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  • VENEZIA - CONCORDIA 2 - 2




    Campionato Serie D 2009/2010

    16a giornata, girone C

    Domenica 6 dicembre 2009, ore 14:30

    Stadio Pier Luigi Penzo, Venezia

    Arbitro: sig. Diego Roca di Foggia

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    VENEZIA (4-4-2): Lotti; Bigoni, Bivi, Vianello, Cardin (26′ st Gargano); Collauto, Segato, Zanon (23′ st Malagò), Rigoni; (12′ st Tessaro); Volpato, Ragusa.

    A disposizione: Cavarzan, Modolo, Benedetti, Molin.

    All.: Paolo Favaretto.

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    CONCORDIA (4-3-3): Pagotto; Marson (31′ st Pivetta), Villotta, Rao, Rosolen; Cervesato, Ekwalla, Boldarin; Monti (43′ st Bianco), Varutti, Serra (28′ st Basso).

    A disposizione: Bertoni, Canciani, Mazzarella.

    All.: Renato Zanotel.

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    Note: spettarori 2100 circa; recupero: 0′ pt; 4′ st.

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    VENEZIA – Il solito copione del Penzo: Unione arrembante capace di creare molte occasioni da rete e concretizzarne due, ma entrambe le volte viene raggiunto dall’avversario e la seconda di queste a poco più di dieci minuti dal termine. Eppure il Venezia ha di gran lunga meglio impressionato in campo e per tutti i novanta minuti: costante di questa stagione, in cui di volta in volta arrivano diversi avversari, talvolta come in questo caso addirittura sopra al Venezia in classifica, vengono schiacciati in difesa ma riescono a strappare un pari. La consolazione per il pubblico del Penzo è quella di aver comunque assistito ad una bella partita con grandi picchi di emozioni: il palo di Segato dopo tiro ad effetto, la rete dello stesso numero 8 arancioneroverde, la conclusione fuori di Ragusa dal vertice dell’area piccola, la deliziosa punizione gol di Mattia Collauto, il colpo di testa ancora di Ragusa salvato con un incredibile colpo di reni del portiere ospite. Questo è il saluto del Penzo al 2009, una partita scoppiettante accompagnata da un tifo caldo, che ha portato si un solo punto ma lascia 22 gare per recuperarne quanti più possibile sulla capolista Este ora a +10, due ancora quest’anno, in trasferta a Jesolo e Treviso.

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  • AIRONI A VENEZIA



    Gli aironi si possono vedere con un po' di fortuna, da alcuni anni, anche sul Canal Grande. Tempo fa questo sospettoso uccello preferiva vivere in laguna piuttosto che stare a contatto con l'uomo. Infatti le barene, basse terre che scompaiono spesso con l'alta marea, sono il suo habitat naturale. Quindi gli aironi, come già hanno fatto i colombi a Venezia ed i gabbiani, si sono perfettamente adattati all'ambiente urbano e lo preferiscono in determinati periodi dell'anno. Tuttavia quando gli aironi si devono riprodurre fanno ancora il nido in laguna. La femmina degli aironi depone 6-7 uova che si schiuderanno dopo un paio di settimane. Gli aironi che si possono ammirare nella laguna di Venezia sono chiamati Garzette ed appartengono al genere Egretta (Egretta garzetta). Essi sono più piccoli degli aironi bianchi maggiori (Egretta alba). Osservando gli aironi in Canal Grande li si può vedere impegnati nella pesca. Gli aironi se ne stanno immobili a pelo d'acqua per dei minuti, poi improvvisamente infilzano con il loro lungo ed appuntito becco un malcapitato pesce latterino, detto in veneziano anguèa, ingurgitandolo all'istante. I posti preferiti dagli aironi per sostare in Canal Grande sono il lato posteriore dei pontili dei vaporetti oppure i pontili dei traghetti delle gondole. Questi luoghi sono perfetti perchè consentono a questi uccelli di pescare o di riposare senza essere disturbati.

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  • LEONE DI SAN MARCO VENEZIA


    Il Leone di San Marco è stato per secoli il simbolo stesso della Repubblica di Venezia. Il leone alato era dapprima il simbolo di San Marco, ossia uno dei quattro evangelisti, poi, da quando il corpo di San Marco fu trafugato da Alessandria d'Egitto e portato a Venezia il 31 gennaio dell'829, divenne anche l'emblema della Serenissima. Il Leone di San Marco sembra sia stato rappresentato sugli stemmi della Repubblica a partire dal 1177, sotto il governo del grande doge Sebastiano Ziani. Questo stendardo fu utilizzato per la prima volta in guerra durante la IV crociata che fu deviata dai veneziani nel 1204 su Bisanzio. Il leone alato veniva rappresentato nelle bandiere o sculture con un libro aperto. Esso presenta la seguente scritta: "Pax Tibi Marce Evangelista Meus" e si riferisce al sogno che una notte avrebbe avuto San Marco di passaggio nella Laguna di Venezia, durante il quale un angelo gli predisse che qui egli avrebbe riposato in pace per sempre. Il Leone di San Marco viene quindi raffigurato con l'aureola, con le ali e con una zampa sopra al libro.
    Durante i periodi di guerra il Leone di San Marco impugnava la spada con l'altra zampa. Il leone alato che sosteneva con una zampa la croce era il simbolo della Marina Militare Veneziana, che lo esibiva in tutte le sue navi. Durante le battaglie il libro presentava la seguente scritta latina: "In hoc signo vinces" ossia "Vinceremo grazie a questo simbolo". Il Leone di San Marco con il libro chiuso era invece l'emblema del Magistrato alla Salute. La bandiera della Repubblica di Venezia era il Gonfalone di San Marco, che naturalmente rappresentava il leone alato ed era di colore rosso e oro, presentando 6 strisce nella sua parte esterna. Il Leone di San Marco fu raffigurato in posizione rampante, stante e andante, ma anche nella forma a "moleca", quando esso doveva entrare in un bassorilievo circolare (vedi foto in fondo).
    Il Leone di San Marco si può quindi vedere non solo a Venezia e nella sua laguna, ma anche in quelli che furono i suoi domini, di terra e di mare. Non sarà quindi difficile scoprire, per chi ne avesse la curiosità, delle sculture o bassorilievi del Leone di San Marco a Bergamo come a Udine, nell'Isola di Corfù come a Rodi, ma anche in moltissime altre località che furono soggette nei secoli alla Serenissima. Purtroppo la grande maggioranza dei Leoni di San Marco che esistono attualmente sono delle copie, poichè gli originali furono scalpellati alla caduta della Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1797. Il Leone di San Marco è tuttora, con diverse varianti, il simbolo del Comune e della Provincia di Venezia, ma anche della Regione Veneto.


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  • VENEZIA CINESE tra non molto tempo





    Non si tratta di un fotomontaggio! La foto, scattata in Campo dei Frari, mostra una lanterna rossa di un ristorante cinese con sullo sfondo l'imponente Campanile dei Frari, uno dei più alti di Venezia. In città non esiste una Chinatown sebbene la comunità cinese a Venezia sia numerosa ed abbia aperto o rilevato negli ultimi anni molti ristoranti, bar e negozi di borsette. Inoltre a Venezia dei cinesi gestiscono delle rivendite di alimentari e negozi budget con la formula "tutto ad un euro". I turisti cinesinon sono ancora arrivati in massa a Venezia, ma delle stime indicano che con la notevole crescita economica in atto in quel Paese, in futuro parecchi cinesi avranno le risorse per poter venire a visitare la città. Quanto tempo è passato dai tempi di Marco Polo! Egli fu il primo viaggiatore a parlare di Venezia ai cinesi. Adesso è il turno dei cinesi di scoprire Venezia....


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  • Pordenone – Venezia 0-0 Campionato Serie D 2009/2010

    15a giornata, girone C

    Domenica 29 novemebre 2009, ore 14:30

    Stadio Ottavio Bottecchia, Pordenone

    Arbitro: sig. Marco Novellino di Brescia

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    PORDENONE (4-4-2): Posocco; Garbini, Campaner, Erodi, Elitro; Lella (38′ st Cester), Tardivo (28′ st Battiston), Casella, Criaco; Roman Del Prete (22′ st Strizzolo), Sessolo.

    A disposizione: Pozzer, De Pin, Rossi, Kaculi.

    All.: Giovanni Bosi.

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    VENEZIA (4-2-3-1): Cavarzan; Bigoni, Bivi, Vianello, Modolo (15′ st Cardin); Segato, Di Prisco (27′ st Ragusa); Collauto, Nichele, Corazza (27′ st Malagò); Volpato.

    A disposizione: Lotti, Gargano, Rigoni, Molin.

    All.: Paolo Favaretto.

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    Note: espulso 35′ st Nichele per somma di ammonizioni.

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    PORDENONE – L’Unione non ce la fa a battere anche il lanciatissimo Pordenone (undicesimo risultato utile consecutivo per i friulani) ma esce comunque con un punto dal terreno del Bottecchia, continuando così la corsa nella parte alta della classifica. Anche questa volta il campo friulano si è dimostrato ostico e povero di reti per gli arancioneroverdi, che in undici visite totali hanno segnato appena cinque gol. Ma i lagunari questa volta si sono infranti sui pali, che nel primo tempo a Nichele e nel secondo a Volpato, hanno negato la gioia del gol e del conseguente ennesimo trionfo dell’Unione.

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  • POSTA PACCHI A VENEZIA



    I pacchi a Venezia devono circolare ed essere consegnati come in tutte le altre città. I pacchi a Venezia arrivano per la maggior parte tramite camion. Questi ormai da anni non hanno più accesso a Piazzale Roma, che è il principale terminal automobilistico della citta, ma si devono dirigere verso l'Isola Nuova del Tronchetto o sulla riva di fronte all'entrata della Stazione Marittima, ma anche presso il Canal Salso di Mestre. Una volta scaricati a terra, i pacchi vengono messi su delle capienti imbarcazioni a motore, chiamate in veneziano "topi" e da qui comincia il loro viaggio in città. I conducenti dei "topi" devono individuare la riva più vicina al luogo di consegna dei pacchi. Per questo essi devono avere un'ottima conoscenza di Venezia e specialmente del suo intricato sistema di canali (ce ne sono oltre 200 in città). I conducenti devono inoltre rispettare i limiti di velocità e sapere lungo quale tragitto possono giungere alla propria destinazione, poichè in molti canali ci sono i sensi unici, proprio come nelle città di terraferma. Quando finalmente le imbarcazioni arrivano alla mèta, si devono effettuare le operazioni di ormeggio e si deve scaricare la merce con una certa velocità per non intralciare il traffico acqueo. Per scaricare i pacchi, almeno quelli non troppo pesanti, si ricorre spesso al lancio degli stessi, il che consente di recuperare del tempo prezioso. Questi "corrieri" sono dei veri professionisti nel lancio del pacco (vedi foto) e lo dimostrano tutte le mattine. Quando tutti i pacchi sono infine scaricati si deve ricorrere all'uso di speciali carrelli per arrivare al punto esatto di consegna della merce. Questi trasporti addizionali spiegano come mai a Venezia i prezzi possano essere spesso superiori a quelli delle città di terraferma. I veneziani per poter risparmiare infatti si recano talvolta con l'autobus nei grandi supermercati presso Mestre e Marghera. Sommando gli alti affitti che sono costretti a pagare i commercianti al costo dei trasporti multipli della merce, si può capire perchè il prezzo di un prodotto subisca un rincaro finale che è giustificato dai fatti ma mai veramente compreso da chi non vive a Venezia.

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  • STRADE E PIETRE DI VENEZIA


    masegni sono le pietre che selciano le calli ed i campi di Venezia. I masegni sono intrachite, una pietra di origine vulcanica che viene estratta in alcune cave localizzate nei Colli Euganei, nella vicina provincia di Padova. I masegni servirono a pavimentare Venezia già dalla prima metà del '700. Anticamente le strade della città erano in terra battuta, fino al '500 per le calli più ampie era autorizzato anche il transito dei cavalli. Quindi le prime strade di Venezia ad essere selciate con i masegni si chiamarono appunto "salizzade". I masegni hanno una larghezza dai 30 ai 40 centimetri ed una lunghezza variabile (vedi foto). Lo spessore dei masegni antichi, ossia quelli posizionati al tempo della Serenissima, era di 25 centimetri. Attualmente i nuovi masegni che vengono a sostituire quelli antichi sono apparentemente dello stesso materiale ma hanno uno spessore inferiore, solo 8-10 cm.. Sono quindi molto più soggetti alle rotture. E' di questi giorni la polemica per le sostituzioni in massa di masegni. Sembra ormai accertata da un'inchiesta della magistratura la sparizione di centinaia, per non dire migliaia, di masegni originali. Quelli antichi vengono sostituiti con pietre nuove che non hanno nulla a che vedere con gli originali, creando a volte per le strade di Venezia un imbarazzante effetto scacchiera che mal si concilia con il contesto antico della città. Circolano anche voci che affermano che numerosi dei masegni originali sostituiti siano stati rivenduti a caro prezzo in alcune località del Veneto ma anche all'estero. E' di qualche giorno fa la notizia che alcuni lotti di masegni sarebbero stati messi all'asta su internet. Spero che almeno questa pessima novità possa essere smentita. Altri masegni ancora integri sono stati trattati come materiale da discarica, da non credere. Si aggiunga che talvolta i masegni vengono posizionati da mani inesperte, che poco sanno delle pendenze o del materiale che serve da collante, e si avrà un quadro piuttosto desolante della situazione. Servono controlli severi, subito, perchè la Sovrintendenza deve capire che i masegni sono una parte della storia di Venezia. Sopra ai masegni hanno camminato personaggi illustri quali Goldoni e Canaletto, Casanova e Manin, solo per citarne alcuni. Non vogliano le Autorità Competenti consentire questa ennesima spoliazione di Venezia: la città non lo merita.

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  • VENEZIA SANVITESE 2 -1











    Campionato Serie D 2009/2010
    14a giornata, girone C
    Domenica 22 novembre 2009, ore 14:30
    Stadio Pier Luigi Penzo, Venezia
    Arbitro: sig. Filippo Valierani di Ravenna

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    VENEZIA (4-2-3-1): Cavarzan; Bigoni, Bivi, Vianello, Cardin; Segato, Di Prisco; Collauto, Nichele, Corazza; Volpato (40′ st Ragusa).
    A disposizione: Lotti, Gargano, Modolo, Rigoni, Molin, Tessaro.
    All.: Paolo Favaretto.
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    SANVITESE (4-4-2): Zanier; Bartoli, Mboup, Pavan, Rossi; Cacurio, De Cecco, Ursella (44′ st Zoratta), Campagnolo; Nadarevic, Michieli (25′ st Smarra).
    A disposizione: Perrisinotto, Caliò, Pagliari, Garlatti, Romanin
    All.: Giovanni Tortolo.
    .Note: spettatori 2000 circa; ammoniti: Cardin, Corazza, Nichele, Segato; Rossi, Ursella.
    Marcatori: 18′ pt  Nichele, 41′ pt Segato, 4′ st Cacurio


    VENEZIA – L’Unione torna a vincere al Penzo e guadagna una posizione in classifica salendo al quarto posto. Gli arancioneroverdi decidono la gara già nel primo tempo, passando in vantaggio con un colpo di testa di Nichele su assist di Collauto prima, e raddoppiando verso la fine della frazione con Segato grazie ad uno dei suoi soliti tiri dalla distanza. Nella ripresa il veneziano ed ex-arancioneroverde Cacurio accorcia le distanze per la Sanvitese in apertura, ma la gara arriva alla conclusione con una netta vittoria dell’Unione.
    Grande successo del Venezia che allunga a cinque partite la striscia di imbattibilità in campionato. Favaretto conferma la formazione della domenica successiva e mette in crisi fin da subito la Sanvitese con il pressing alto dei centrocampisti arancioneroverdi, che così come tutta la squadra ha indossato oggi la seconda maglia, quella bianca con banda obliqua arancioneroverde. Il primo tempo dei lagunari è impressionante e le occasioni da goal fioccano. Incredibile quando Collauto crossa dal fondo e il susseguente colpo di testa di Corazza è respinto sulla linea dal difensore Mboup. E poi, dopo poco più di un quarto d’ora, c’è la rete di Nichele, che dall’area piccola tocca di testa un tiro-cross di Mattia su punizione. Calcio piazziato dalla medesima punizione, a sinistra poco fuori dall’area, e Volpato non fa lo stesso se non fosse per una smanacciata e un colpo di reni da applausi di Zanier. La partita viene chiusa al 41′, quando Segato aggancia un bel cambio gioco di Volpato sporcato da un difensore, carica da poco fuori il vertice destro dell’area e scaglia sotto l’incrocio del primo palo.
    Le formazioni non cambiano pressochè niente nel secondo tempo, l’unico sossulto arriva ad inizio ripresa, quando un tacco di Nadarevic (che l’estate del’anno scorso stava per partire in rosa col Venezia per Folgaria prima delle magagne burocratiche che ne impediroono il tesseramento) smarca Cacurio in area che controlla e davanti a Cavarzan lo infila con un piatto sul secondo palo. Favaretto cambia solo nelgi ultimi cinque minuti, quando sostituisce Ragusa per Volpato, la Sanvitese non è comunque capace di arrecare alcun pericolo alla porta veneziana (soltanto qualche conclusione telefonata di Cacurio): verso l’80esimo è invece Corazza ad andare alla conclusione dopo azione di contropiede, ma la palla esce fuori. Finisce la gara ed il Penzo saluta la squadra entusiasta, l’Unione è tornata alla vittoria nel suo stadio ed ha scalato un’altra posizione in classifica.




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  • CALCIO: Porfido Albiano – Venezia 0-3
    Marcatori: 33′ pt Corazza, 5′ st Segato, 8′ st Nichele

    Campionato Serie D 2009/2010
    13a giornata, girone C
    Domenica 15 novemebre 2009, ore 14:30
    Stadio Comunale, Albiano
    Arbitro: sig. Antonio Pinzone di Genova

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    PORFIDO ALBIANO (4-4-2): Maestri; Agosti, Allegretti, Girardi (20’ pt Nardin), Benini (1’ st Rieffeser); Santuari, Elefante, Sceffer, Calgaro (15’ st Bortolotti); Maki Mwondo, Conci.
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    All.: Giuseppe Orsini.
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    VENEZIA (4-3-1-2): Cavarzan; Bigoni, Bivi, Vianello, Cardin; Collauto (13′ st Rigoni), Segato (32′ st  Tessaro), Di Prisco; Nichele; Volpato (21′ st Ragusa), Corazza.
    A disposizione: Lotti, Gargano, Benedetti, Molin.
    All.: Paolo Favaretto.
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    Note: spettatori 400 circa; ammoniti: Nardin; Segato; espulsi: 44′ st Agosti per fallo di reazione; recupero: 2′ pt, 5′ st.
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    ALBIANO – In mezzo alle cave di Porfido il Venezia torna al largo successo, un bel 3-0 maturato nei venti minuti centrali della gara. Nonostante i biancorossi locali si siano dimostrati compagine combattiva e volenterosa, il Venezia ha nettamente dominato concedendo solo un paio d’occasioni al Porfido. Dopo la mezz’ora del primo tempo il risultato è sbloccato da Corazza che con la punta del piede alza a centroarea un cross rasoterra di Nichele dal fondo della fascia destra e calcia al volo sul secondo palo realizzando così un gol molto bello. Nella ripresa Segato raddoppia dopo appena cinque minuti calciando da fuori area un corner corto dalla destra di Cardin: il tiro di esterno ad effetto tocca un avversario e si infila toccando la base del secondo palo. Nel finale Nichele, schierato in posizione più offensiva del solito, raccoglie un cambio gioco in contropiede e tira di testa, palla ribattuta e ancora sinistro del jolly lagunare che si insacca centralmente sorprendendo il portiere. Lo spettacolo continua domenica prossima, al Penzo contro la Sanvitese.

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  • FUNERALE DELLA CITTA' DI VENEZIA SPOPOLATA

    Il Funerale di Venezia si è svolto sabato 14 novembre 2009 con un corteo di barche ed altre iniziative. Il Funerale di Venezia è stato un avvenimento organizzato del movimento Venessia.com per sensibilizzare l'opinione pubblica sul pauroso calo demografico che ha subìto la citta negli ultimi decenni. Per rendersene conto basta sapere quanti abitanti ha Venezia: meno di 60.000. Il Funerale di Venezia è cominciato intorno alle ore 11,00, con l'allestimento di una "balotina" della Remiera Casteo che portava con sè una bara (simbolica) di colore fucsia con una corona di fiori con la scritta "I Cittadini Veneziani". L'imbarcazione a remi si è recata quindi sulla riva del Piazzale della Stazione di Venezia dove è stata oggetto di attenzione da parte di decine di fotografi, cameramen e giornalisti italiani ma anche stranieri. Nella "balotina", oltre alla bara di Venezia c'erano quattro vogatori e l'attore Cesare Colonnese, con un trucco adatto ad un funerale. A pochi metri di distanza è stata effettuata una prova con il tampone per prelevare il dna di alcuni veneziani (volontari). Tale iniziativa è stata sponsorizzata dalla National Geographic Society e Ibm, al fine di studiare il dna degli abitanti locali, che abbiano avuto entrambi i genitori ed i quattro nonni nati a Venezia. I dati verranno studiati da centri di ricerca dislocati in tutto il mondo. La mia personale opinione è che questa operazione di prelievo faccia sentire i veneziani solo una specie in estizione che necessiti di protezione. Il Funerale di Venezia è quindi partito alle ore 11,30 esatte verso il Municipio, seguito da un corteo acqueo composto da imbarcazioni delle società remiere quali caorline e sandoli. Il tutto sotto gli occhi delle telecamere posizionate su alcuni taxi privati. Tra le barche del corteo ne spiccava una grande con sopra un pianoforte, con il pianista che eseguiva marce funebri. Il Funerale di Venezia ha percorso quindi il Canal Grande per arrivare a Rialto intorno a mezzogiorno, dove erano presenti molti turisti, alquanto incuriositi dall'avvenimento. Infine il Funerale di Venezia è arrivato di fronte alla sede del Municipio, Ca' Farsetti, dove è stato accolto dai "becchini" vestiti di nero. Per concludere la cerimonia del Funerale di Venezia sono state lette delle poesie del poeta Gilberto Gasparini e quindi sempre sotto lo sguardo di dozzine di fotografi e cameramen è stata distrutta la bara finta dall'attore Cesare Colonnese. Si può quindi dire che questa iniziativa ha avuto un grosso impatto mediatico per via del suo carattere provocatorio, si vedrà in futuro se ciò avrà sortito degli effetti per la ripopolazione di Venezia.

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  • BAMBINI A VENEZIA FESTEGGIANO SAN MARTINO


    La Festa di San Martino a Venezia si è tenuta regolarmente come ogni anno, l'11 novembre ed è molto amata dai bambini che, secondo una secolare tradizione, girano per i vari negozi con mestoli e coperchi di pentole "minacciando" di cantare la flastrocca di San Martino (e battendo i loro attrezzi con vigore) se non gli viene dato qualche moneta o caramella.
    I titolari dei negozi cedono fin troppo facilmente a simili "ricatti", anche perchè, se i bambini non ricevono dei dolci, insistono con la canzoncina fino a perdere il fiato. A dire il vero la Festa di San Martino anche a Venezia ha risentito del momento economico non esaltante, quindi i bambini hanno ricevuto molti più dolci che monete. Come si è detto la Festa di San Martino viene celebrata solo dai bambini. Si è assistito quindi fin dal mattino al via vai di scolaresche (accompagnate dalle loro maestre) per le strade di Venezia, alla ricerca di normali negozi o pasticcerie disposte a pagare il dazio alla festa. Nel pomeriggio e fino a sera invece i gruppi di bambini erano più ridotti ma sicuramente più rumorosi, accompagnati dai genitori molto felici di rinnovare tramite i loro figli le usanze di questa antica festa. La Festa di San Martino è stata celebrata anche in Campo dei Frari con un suggestivo ritrovo di adulti e bambini illuminato da lampade colorate. Ancora di sera le pasticcerie ed i bar della città esponevano nelle loro vetrine i tipici dolci di San Martino, alcuni dei quali grandi come metà vetrina. Alla fine della giornata i bambini sono tornati a casa esausti ma felici. Nelle loro tasche molti dolci e caramelle e qualche soldino, come vuole la tradizione.
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  • VENEZIA - NUOVA VEROLESE

    Campionato Serie D 2009/2010
    12a giornata, girone C
    Domenica 8 novembre 2009, ore 14:30
    Stadio Pier Luigi Penzo, Venezia
    Arbitro: sig. Claudio Lanza di Torino sez. Nichelino
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    VENEZIA (4-4-2): Cavarzan; Modolo (41′ pt Bigoni), Bivi, Vianello, Cardin; Collauto, Segato, Di Prisco, Molin (1′ st Corazza); Volpato (45′ st Tessaro), Ragusa.
    A disposizione: Memo, Gargano, Rigoni, Benedetti.
    All.: Paolo Favaretto.
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    NUOVA VEROLESE (4-3-1-2): Rizzola; Alle, Pelati , Lukanov, Priori; Bodini (48′ st Pavese), Rondinella, Prandelli (18′ st Monese); Bresciani (40′ st Tanfoglio); Girometta, Biancospino.
    A disposizione: Bertoni, Bianchi P., Ferraresi.
    All.: Gianpiero Piovani.
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    Note: spettatori 1500 circa; ammoniti: Segato, Ragusa; Rizzola, Rondinella; recupero: 1′ pt; 5′ st.
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    VENEZIA – Il Venezia non trova la vittoria al Penzo pareggiando per 1-1 contro un’altra bresciana così come nell’ultima uscita di dieci giorni fa contro il Montichiari. Gli arancioneroverdi, in campo con la nuova divisa riportante finalmente gli storici colori del club, hanno subito gol a freddo nell’unica vera occasione degli ospiti dopo cinque minuti in seguito ad un’azione fortuita dopo un batti e ribatti da calcio d’angolo. Per il resto il Venezia ha sempre attaccato, mancando si in precisione sotto un freddo diluvio, ma mai in volontà anche per il generoso pubblico accorso nonostante il maltempo, che ha fatto si che la tribuna coperta si riempisse prima del solito ma non ha impedito a qualche centinaia di fedelissimi dei distinti a seguire la gara sotto la pioggia. Dopo aver sfiorato più volte il pareggio nel primo tempo con Volpato, Ragusa e Molin, gli arancioneroverdi attaccano a tre punte nella ripresa e impattano subito con Bigoni, lesto a mettere dentro una palla in area dopo un dribbling di Volpato. La Nuova Verolese impegna gran poco Cavarzan per il resto della gara e il Venezia però non riesce a segnare: una rete viene annullata a Ragusa per presunto tocco di mano. Corazza, Di Prisco, Volpato, Collauto e lo stesso Ragusa creano qualche apprensione alla porta dei bresciani ma la gara si trascina alla fine anche grazie alle continue perdite di tempo degli ospiti e un arbitro più intenzionato ad andarsi a cambiare che far giocare.
    L’uno a uno non importa: importa che l’Unione abbia giocato per 96 minuti sotto una gelida pioggia e un vento costante, conta che i suoi tifosi, comprensibilmente meno del solito, siano comunque stati li a sostenerla. Con altre condizioni metereologiche probabilmente almeno un pallone in più sarebbe entrato nella porta avversaria, ma inutile rammaricarsi visto che il pubblico di Venezia lo spettacolo offerto dal scendere in campo della propria squadra può continuare a vederlo tutte le domeniche e, a proposito, ne mancano ancora 26 di settimane calcistiche al termine della stagione per cui c’è  da gustarsi tutto l’entusiasmo e l’imprevidibilità che offre un campionato in buona parte ancora da giocare.
    Contro la Nuova Verolese Paolo Favaretto scoglie l’ormai amletico dubbio su chi impiegare come ala sinistra a favore di Jacopo Molin, per la prima volta titolare con la maglia dell’Unione. L’attacco è a due prime punte con sia Ragusa che Volpato in campo dal primo minuto, mentre per il resto la formazione è quella base, con Modolo nuovamente a fare il terzino destro e il rientrante Bigoni in panchina. A far da contorno è un Penzo piuttosto vuoto, con curva sud nel primo tempo totalmente spostata nella parte meridionale della tribuna coperta (piena più del solito), curva nord vuota (qualche tifoso ospite era pure seduto in tribuna) e distinti animati nella parte centrale dal Gate 22 e qualche altro temerario tifoso munito di ombrello. D’altra parte la pioggia cadeva incessante dal mattino e per arrivare al Penzo questa volta si è percorso il Canal Grande, per via dell’acqua alta e il conseguente cambio di rotta dei vaporetti.
    Veniamo alla partita: al già al scondo minuto Molin si inserisce e il portiere ospite Rizzola gli esce addosso causando una punizione, battauta poi a giro da Collauto con palla che però termina sul fondo. Al quinto minuto l’episodio decisivo che consentirà ai bresciani di portare a casa un punto: dopo un calcio d’angolo in area la palla viene messa fuori dalla difesa veneziana, raccoglie Alle che tira, Volpato interviene male lisciando la palla e Lukanov, davanti a Cavarzan e in sospetta posizione di fuorigioco, infila in rete. Il Venezia ha subito qualche difficoltà a reagire, o meglio riesce a tenere il controllo del gioco ma non a concludera fino al 13′, quando Segato da fuori area mette alto. La Nuova Verolese prova allora ad approfittarne di un Venezia ancora in fase di re-organizzazione e ci prova con un colpo di testa di Girometta, su cui Cavarzan para bene in angolo. Dal conseguente corner Rondinella centra la traversa. E allora il Venezia prende a spingere forte e il numero uno veneziano rimarrà quasi fermo sotto la pioggia fino al fischio finale. Al 23′ ci prova Volpato con un pallonetto che però termina fuori. Tre minuti dopo Modolo scende sulla destra e tocca per Ragusa, il cui diagonale però termina fuori di poco. Sempre dalla stessa fascia, poi, Collauto colleziona un bel cross verso il centro dell’area, Molin colpisce di testa ma il tiro è centrale e bloccato dal portiere avversario. A ripetizione continuano le occasioni per il Venezia: Modolo se ne va in fascia, rientra nei pressi del vertice dell’area e calcia di sinistro, una conclusione che esce deviata da un avversario. Il difensore veneziano accusa un dolore all’adduttore e viene subito sostituito da Bigoni. L’ultima occasione del primo tempo è per Volapato, che di testa anticipa Rizzola ma Pelati libera.
    Nell’intervallo Favaretto lascia Bigoni ad allenarsi sotto la pioggia per non interrompere il movimento iniziato solo cinque minuti prima; al ritorno in campo il Venezia ha una punta in più, Corazza al posto di Molin. Passano sette minuti di palleggio arancioneroverde intramezzato da qualche palla calciata alta, e al settimo arriva il pareggio: Volpato riceve palla spalle alla porta al limite dell’area, si gira saltando il diretto avversario e viene anticipato… da Bigoni, che lesto mette dentro di sinistro da pochi metri. Il Venezia è di nuovo in parità e il pubblico si scalda con la sensazione che ora la squadra potrebbe addirittura ribaltare il risultato. Il gioco però si fa sempre più difficoltoso con l’aumentare del vento, i cross di Collauto si perdono spesso fuori e aumentano le palla alte a centrocampo. Segato ci prova allora dalla distanza, ma il tiro finisce rimbalzando tra le braccia di Rizzola. Poi è Corazza ad accellerare sulla sinistra e toccare per Ragusa, il cui tiro però finisce fuori. La Nuova Verolese si fa vedere nella metà campo veneziana solo con un paio di conclusioni da distanza siderale, una che termina tra le mani di Cavarzan, l’altra vicino alla bandierina del calcio d’angolo. Nell’ultimo quarto d’ora il Venezia ha due buone occasioni con Corazza e Ragusa, ma entrambi, dopo essere arrivati a pochi metri dalla porta avversaria, sbagliano l’appoggio (di esterno destro il primo, di tacco il secondo) per il compagno al posto di battere a rete. A due minuti dal termine Corazza guadagna una punizione vicino al vertice sinistro dell’area, piazzato che Collauto batte sul secondo palo e Ragusa spinge la palla in rete con la “mano de Jesus”, ma l’arbitro vede tutto e lo ammonisce. Gli ultimi minuti sono caratterizzati da grandi perdite di tempo dei giocatori ospiti che finiscono a terra due volte, oltre a Rizzolla che impiega sempre decine di secondi per andare al rinvio. Vengono tra l’altro effettuate due sostituzioni tattiche da parte dell’allenatore della Nuova Verolese e una da Favaretto, che sostituisce il sanguinante Volpato con Tessaro. Ciononostante l’arbitro non allunga il recupero, intenzionato com’è ad uscire il più presto da quell’acquitrinio che ora è il manto di Sant’Elena, e si va a casa con il risultato di 1-1, già il terzo al Penzo in questa stagione. La volontà dei ragazzi in divisa arancioneroverde c’è stata tutta, la possibilità di cercare la vittoria ci sarà domenica prossima, sul sintetico tra le montagne trentine che prende il nome di Comunale di Albiano.

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  • PULIZIA CANAL GRANDE

    Le pulizie in Canal Grande non vengono fatte troppo spesso, a mio avviso. Come pulizie mi riferisco a quelle della superficie dell'acqua. Periodicamente il fondo del Canal Grande infatti vienescavato da delle draghe per garantire una profodità sufficiente al transito dei natanti anche in caso di bassa marea. Il Canal Grande ha infatti una profondità massima al centro di cinque metri. Comunque essendo il Canal Grande la principale via d'acqua di Venezia, esso necessiterebbe di una maggior attenzione da parte delle autorità competenti. Le pulizie in Canal Grande dovrebbero essere frequenti per tenerlo sgombro da oggetti inerti, naturali e non. Il Canal Grande viene pulito principalmente in occasione delle grandi manifestazioni remiere quali la Regata Storica o la Vogalonga. Per effettuare le pulizie in Canal Grande viene adoperata una apposita barca, (vedi foto), che tramite una speciale rete raccoglie gli oggetti che galleggiano e li depone in un cassonetto. Tale operazione non è particolarmente impegnativa e consente al Canal Grande di avere un aspetto decoroso. Il Canal Grande com'è noto divide in due parti Venezia e su di esso confluiscono decine di canali, detti in dialetto rii. Quindi tramite le maree, che si alternano ogni sei ore, il Canal Grande assume l'importante funzione diricambiare le acque di molti canali cittadini. Esso può presentare a volte degli oggetti che vi galleggiano per questo motivo, sarebbe quello il momento più adatto per dedicargli delle pulizie. Probabilmente i costi frenano le autorità competenti dall'impiegare più frequentemente quella barca delle pulizie. Credo che trovare uno sponsor (che avrebbe un'indubbia visibilità) disposto a pagare le spese in cambio di piccoli spazi pubblicitari ai lati della barca, potrebbe costituire una giusta soluzione. Senza pesare sulle tasche dei contribuenti con il notevole vantaggio di avere un servizio utile durante tutto il corso dell'anno.

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  • PICCIONI A VENEZIA
    colombi a Venezia si vedono praticamente ovunque, nei campi, nelle corti, sui tetti e naturalmente in Piazza San Marco. I colombi a Venezia sono della specie Columba livia e sono i tipici piccioni di città che si possono osservare in tanti altri posti d'Italia. I colombi a Venezia suscitano sentimenti opposti: c'è chi li ama e chi li detesta. Le persone a cui piacciono i colombi mai rinuncerebbero alla classica foto mentre gli si dà da mangiare in Piazza San Marco. La gente che non gradisce la presenza dei colombi a Venezia precisa che tali volatili a volte sono veicolo di malattie quali la salmonella e che con il loro guano imbrattano i monumenti ed i palazzi della città. Negli ultimi decenni il Comune di Venezia ha cercato di ridurre la popolazione dei colombi prima tramite la cattura e l'abbattimento di esemplari vecchi o malati, poi mescolando al loro mangime dei prodotti anticoncezionali. Visto il super affollamento di colombi a Venezia al giorno d'oggi i risultati sembrano essere deludenti. Nel corso degli ultimi anni è stato scontro aperto traanimalisti e non sulla questione dei colombi a Venezia, e l'aspro dibattito è ancora in atto. Fino a qualche anno fa esistevano in Piazza San Marco ed in Piazzetta delle bancarelle che vendevano ai turisti grano da dare ai piccioni. Questi poi si scattavano le tipiche foto ricordo, contornati da decine di colombi, con lo sfondo della Chiesa di San Marco. Attualmente le cose sono cambiate, e, a seguito di una ordinanza comunale, le bancarelle non ci sono più. Inoltre chi dà da mangiare ai colombi a Venezia rischia di essere sanzionato dai vigili urbani, non solo in Piazza San Marco, ma anche nel resto della città. I colombi a Venezia sono una specie animale perfettamente integrata all'ambiente urbano. Si può vederli ormai anche sui tavolini dei bar e ciò dimostra quanto sia diminuito il loro timore per l'uomo. Il periodo designato per la riproduzione dei colombi è quello primaverile. Allora è scena abituale sui campi di Venezia vedere i maschi fare la "ruota" corteggiando le femmine. Queste poi sceglieranno il maschio più prestante e si uniranno in coppia, costruendo assieme il loro nido. La femmina di colombo depone di solito due uova che vengono covate dai genitori alternandosi. In meno di tre settimane i pulcini vedono la luce e per le prime settimane saranno dipendenti dai genitori. La vita media di un colombo è di 5 anni. I veneziani chiamano sempre questi volatili "colombi", mentre i forestieri spesso usano il sinonimo "piccioni".

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  • NON SI MANGIA SEDUTI IN PIAZZA S.MARCO

    "E' vietato mangiare e bere seduti in Piazza San Marco" è uno dei tre divieti elencati sul cartello che campeggia su tutti i pontili dei vaporetti Actv ed in Piazza San Marco stessa. Questo cartello di divieto (scritto in italiano ed in inglese) evidentemente non scoraggia gli escursionisti dal mangiare e bere in Piazza San Marco, lo testimoniano le immagini del post. Le foto sono state scattate intorno alle ore 14,00, ma il risultato sarebbe stato simile in qualsiasi ora del giorno. Ci tengo a precisare che queste foto sono quelle che un vero appassionato di Venezia non vorrebbe mai vedere, ma essendo questa la realtà quotidiana (almeno durante l'alta stagione), non si può far finta di nulla e girare la testa da un'altra parte. Va osservato che questo divieto è un'ordinanza comunale e che spetterebbe quindi ai vigili urbani far rispettare le regole. Comunque sul cartello di divieto si accenna ad un: "Attenzione! Chi non rispetta i divieti sarà multato". Si, ma a quanto ammonta la sanzione? Se fosse scritto 1000 euro, forse qualcuno ci penserebbe due volte prima di improvvisare unpic-nic in Piazza San Marco. Ma purtroppo non c'è scritto nulla, e questo non è un buon deterrente. Occorrerebbe forse spiegare a quei turisti poco educati (tramite un apposito cartello, o grazie a dei volontari) che a poche centinaia di metri da Piazza San Marco ci sono i Giardinetti Reali, un parco spesso semivuoto, che potrebbe ospitare sulle sue panchine dozzine di gitanti mentre consumano panini e bibite. A mio avviso è soprattutto una questione di mancanza di educazione civica. Quale persona che ama veramente Venezia oserebbe sedersi per terra in Piazza San Marco e mangiare un sandwich? A mio modo di vedere questi comportamenti rappresentano un vero oltraggio alla città. Nessuno dice che gli escursionisti debbano per forza mangiare nei ristoranti. Ma questi ospiti dovrebbero almeno rispettare Piazza San Marco e per i loro spuntini recarsi nei campi più defilati o nei parchi (che sono bene evidenziati sulle mappe della città). C'è anche il lato comico della faccenda, sul cartello infatti è scritto: "E' vietato mangiare e bere seduti in Piazza San Marco", ma gli escursionisti ritratti nelle foto in realtà si trovano nella Piazzetta dei Leoncini(adiacente a Piazza San Marco e di fronte al Palazzo Patriarcale). Quindi non sarebbero nemmeno perseguibili! Sarebbe stato meglio estendere il divieto almeno a tutta l'Area Marciana. Con questo mio articolo non ho alcuna intenzione di generalizzare, poichè moltissimi turisti mai si sognerebbero di mangiare o bere seduti in Piazza San Marco. Scrivendo queste righe volevo solo mettere in evidenza un problema a cui non è stata data ancora una soluzione.

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  • Palazzolo-Venezia 2-3 Campionato Nazionale Serie D Girone C - 11 Giornata

    Sul campo della cenerentola della classifica Palazzolo il Venezia ritrova una vittoria che gli consente di rilanciarsi nelle zone alte della graduatoria. Il 3-2 a favore dei lagunari significa 18 punti in classifica, ma soprattutto la consapevolezza di poter dire la propria nel proseguio del campionato. Era una gara da vincere e la squadra ci è riuscita : questa è la cosa più importante. Le possibilità di sbagliare erano altissime ma i ragazzi sono riusciti a fare del loro meglio. Il Palazzolo, nonostante quanto dica la classifica, è difficile da affrontare, e questo chiarisce quanto questa vittoria sia importante per la continuazione del campionato. Match alla camomilla per i primi 45 minuti con le due punte del Venezia che non riescono a sbloccare il risultato. L'unica occasione della prima parte della gara capita sui piedi di Ragusa: intorno al 20^ l'attaccante ha una ghiotta occasione per andare a segno ma trova sulla sua strada un vigile Zaina che gli nega il gol. Il secondo tempo è un'altalena di emozioni con il gol del vantaggio, al 12^, di Ragusa. Gol che scatena le proteste della panchina di casa per via di un uomo a terra e così l'arbitro espelle l'allenatore del Palazzolo Cartesan. Rimasto senza guida tecnica, al 35^ il Palazzolo subisce il raddoppio di Segato e, a questo punto, tutti quanti pensano che il match sia chiuso.Ma solo dopo tre minuti dal raddoppio lagunare il Palazzolo accorcia le distanze e riapre i giochi. Il Venezia però non è squadra da farsi sorprendere e mantiene la calma continuando a fare gioco. Una filosofia che paga dal momento che poco prima del 45^ il Venezia segna la terza rete. Infine, proprio allo scadere il Palazzolo trova ancora la via del gol con una gran conclusione di sinistro che porta la firma di Fenaroli.Adesso il Venezia è chiamato a confermare anche fra le mura amiche quanto di buono fatto vedere a Palazzolo, magari senza attendere l'inizio del secondo tempo. Il calendario prevede per l'undici lagunare il difficile match interno con la Nuova Verolese, ieri sconfitta in casa per 2-1 dal Montichiari.
    Palazzolo-Venezia 2-3
    Arbitro : Sig.Berti di Prato
    Reti : s.t. 12^ Raguna (UV), 35^Segato (UV),38^Franceschetti (Pa),42^ Volpato (UV),44^ Fenaroli (Pa)
    Note : A causa della mancata concessione dell'agibilità del campo da parte del comune allo Stadio Comunale, la Lega ha disposto che le gare casalinghe del Palazzolo vengano disputate a porte chiuse.

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  • Venezia-Montichiari 1-1- Campionato Nazionale Serie D Girone C - 10 Giornata

    Un Venezia appannato e meno brillante del solito non và oltre l'1-1 contro il Montichiari. E' il secondo pareggio consecutivo al Penzo dopo quello con l'Este. La vetta della nuova coppia Tamai-Este rimane sempre a otto punti. Prestazioni così così di Collauto e compagni, soprattutto sul piano del ritmo e della continuità di manovra. In questa partita entrambe le squadre avrebbero potuto vincere, in particolare durante la parte finale della gara. Il Montichiari ha dimostrato di essere una formazione costruita per vincere il campionato. Da un certo punto di vista siamo stati anche bravi a fermarli, visto che hanno a disposizione elementi in grado di dare una svolta all'incontro in qualsiasi momento. Il gol del vantaggio è arrivato nel secondo tempo al 16^ per opera di capitan Collauto, ma non è stato facile poi, bloccare gli avversari che hanno pareggiato una decina di minuti dopo. Dopo la partita persa ad Albignasego era di prioritaria importanza ritornare a fare punti. Chiaro che se fosse arrivato un successo sarebbe stato più gratificante ma la partita è finita con un 1-1 che non riscatta del tutto il ko di Albignasego, ma fra tre giorni è di nuovo campionato in trasferta, in casa del fanalino di coda Palazzolo che ieri ha perso 2-0 proprio contro i padovani già fatali ai lugunari.

    Venezia-Montichiari 1-1-
    Arbitro : Sig. Pancato di Barcellona
    GOL : st. 16^ Collauto (UV), 26^ Ferrari (MO)

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  • VENEZIA CAMP 2009



    Il Venezia Camp 2009 si è svolto all'interno dell'Arsenale nei giorni 23, 24 e 25 di ottobre. Al Venezia Camp 2009 si è parlato di internet, da Facebook ai blog e comunque del mondo digitale. Il Venezia Camp è stato fortemente voluto da Michele Vianello che è il direttore generale del Parco Scientifico e Tecnologico Vega di Porto Marghera. L'ingresso all'evento era gratuito ma per accedere ai vari interventi, dibattiti, presentazioni e premi era necessaria la registrazione. Inizialmente la sede per il Venezia Camp 2009 era stata fissata nell'Isola del Lazzaretto Vecchio, ma a causa dell'elevato numero di registrazioni (oltre mille) esso è stato spostato nell'Arsenale di Venezia che dispone di spazi decisamente più ampi. Per i dibattiti sono state utilizzate delle sale denominate Arzanà, Corderia, Forcola e Galeazze. Per arrivare al Venezia Camp 2009 era stato predisposto un collegamento gratuito tramite vaporetto che collegava la stazione e Piazzale Roma con l'Arsenale effettuando delle fermate anche alle Zattere e a San Marco. Tale evento, di rilevante importanza, ha visto la partecipazione dei più celebratiblogger italiani ma anche di esperti del marketing su internet del calibro diDavid Weinberger. Questo grande esperto americano di tecnologia ha tenuto nel giorno conclusivo di Venezia Camp 2009 una relazione sull'evoluzione di internet e di Wikipedia e sulle loro prospettive future. Ho avuto l'occasione di parlare con i responsabili di Geomondo, la prima società che ha mappato completamente Venezia (a piedi e in barca), con un sistema di fotografia a 360°. Il risultato finale è strabiliante come si può vedere dal sito che hanno sviluppato per conto del Comune di Venezia QUI. Grazie a questo eccezionale sito chi ama Venezia la potrà visitare a proprio piacimento, in maniera gratuita ma pur sempre virtuale, comodamente seduto davanti al monitor del PC di casa. Nel complesso il Venezia Camp 2009 si è dimostrato all'altezza delle aspettative con un considerevole numero di presenze durante le tre giornate dell'evento. Gli organizzatori possono tranquillamente pianificare l'edizione del 2010 con la certezza che sarà un altro successo.

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  • SI RUBA SUI BIGLIETTI DEI VAPORETTI A VENEZIA? IL VIDEO

     Il malcostume continua, Non è bastata l’inchiesta giudiziaria che un anno fa aveva portato al processo e al licenziamento di sette bigliettai finiti nei guai, a vario titolo, per aver fatto la "cresta" sui biglietti Imob. Questa volta a smascherare alcuni furbetti non è stata la magistratura, bensì Striscia la notizia.
    In un servizio ampiamente documentato, l’inviato Moreno Morello ha dimostrato come “casualmente” ma con frequenza sconcertante, alcuni bigliettai dell’azienda di trasporto pubblico sbaglino i conti e diano meno resto del dovuto, soprattutto agli stranieri.
    Sfruttando alcuni complici, Striscia, in un servizio andato in onda ieri sera, si è più volte recata in biglietteria per acquistare un biglietto da 6 euro e mezzo, di corsa semplice senza Carta Venezia. Se in alcuni casi il resto non dato è di un euro o poco più, in altri si parla di decine di euro, sottratti agli ignari turisti.

    A San Marco, pagando con una banconota da 100 euro, al finto turista non vengono dati 50 euro di resto. Non è un caso. Sempre a San Marco, pagando con una banconota da 20 euro il bigliettaio, sempre lo stesso, consegna ai turisti il resto sbagliato. Sempre meno di quanto avrebbe dovuto loro. Nel primo caso mancano a 13 euro e mezzo, nel secondo e nel terzo caso mancano ancora dieci euro. Da notare che, ogni volta che i turisti si accorgono di non aver ricevuto il resto corretto, il bigliettaio consegna loro la cifra mancante senza battere ciglio.

    Quasi si aspettasse una lamentela. Ma se con i numeri, alcuni bigliettai Actv hanno dimostrato di non saperci fare. Con le mani si sono dimostrati velocissimi. È bastato far notare al bigliettaio ”distratto” di calle Vallaresso come sbagliasse regolarmente a consegnare il resto, per farlo uscire su tutte le furie dalla biglietteria, e spingere a terra davanti a decine di persone il complice di Moreno Morello, coprendolo di maleparole. Aggredito brutalmente solo per aver smascherato la strana coincidenza. L’inviato di "Striscia" è andato su tutte le furie e ha fatto tornare il bigliettaio nel suo posto. Ma l’impressione è che la vicenda non sia finìta. Anzi, che ci si trovi davanti a un nuovo inizio.




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  • LAMPIONI a VENEZIA


    lampioni sul Canal Grande servono ad illuminare di sera e di notte le rive adiacenti al Ponte di Rialto. I lampioni sono sostenuti da dei pali metallici colorati di verdeche si diramano in 3 bracci, gli stessi che si possono osservare in altre zone di Venezia. Quando i lampioni sul Canal Grande hanno dei malfunzionamenti, viene chiamato un addetto dell'illuminazione pubblicache, grazie all'aiuto di una scala, provvede a sostituire la lampadina che si è bruciata. Una volta arrivato fin sul lampione, l'addetto ne approfitta per pulire anche i vetri (vedi foto). Immaginiamo che da lassù si possa vedere un ottimopanorama del Ponte di Rialto e del Canal Grande, anche se quel tecnico è impegnato in tutt'altri pensieri, preso com'è dal suo lavoro. Alla fine dell'intervento il lampione sarà pronto per essere acceso di sera e contribuirà ad illuminare una delle zone più belle della città. Il tutto per la gioia dei turisti che affollano queste rive anche dopo il calar del sole.

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  • ALBIGNASEGO - VENEZIA 2 - 1
    Marcatori: 27′ pt Mazzeo, 39′ pt Volpato, 30′ st aut. Bigoni
    Campionato Serie D 2009/2010
    9a giornata, girone C
    Domenica 25 ottobre 2009, ore 14:30
    Stadio Massimo Montagna, Padova Albignasego
    Arbitro: sig. Alberto Piazza di Trapani

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    ALBIGNASEGO  (4-4-2): Piccolo; Perissinotto, Tinazzi, Giacomazzi, Masiero; Bovo (49′ st Maritan), Rossi, Volpin, Rubbo; Mazzeo (42′ st Formenton), Maccagnan (26′ st Aliu).
    A disposizione: Carpi, Cavazzana, Palmieri, Pasuto.
    All.: Gianfranco Fonti.
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    VENEZIA (4-4-2): Lotti; Bigoni, Bivi, Vianello, Modolo (40′ pt Rigoni); Collauto, Tessaro, Di Prisco (22′ st Benedetti), Nichele; Volpato, Corazza (22′ st Ragusa).
    A disposizione: Cavarzan.
    All.: Paolo Favaretto.


    Note: spettatori 1000 circa; ammoniti: Bovo, Piccolo; Bigoni, Bivi, Di Prisco; recupero 3′ pt; 5′ st.
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    PADOVA – La serie del Venezia (sei gare senza sconfitte) si ferma al capolinea della linea 8 dell’autobus di Padova, Albignasego. I seicento tifosi arancioneroverdi accorsi alla periferia sud della città del Santo non sono bastati a spingere la squadra alla vittoria: l’Unione ha disputato un buon primo tempo ricco di occasioni gol, ha subito ancora una volta un imprevedibile svantaggio per poi pareggiare la gara poco dopo. Nella ripresa il Venezia cala vistosamente e non riesce più a confezionare nitide palle gol: poi nel finale un’incompresione tra Bigoni e Lotti permette all’Albignasego di far sua la partita.:
    Per la prima volta Favaretto deve giocare senza Segato nella posizione di interno destro e al suo posto sceglie di schierare Tessaro. Per il resto la formazione prevede Lotti in porta, Bigoni e Modolo sugli esterni di difesa con Bivi e Vianello centrali. A centrocampo la regia è affidata a Di Prisco mentre sulle fascie agiscono Collauto e Nichele; la coppia d’attacco è formata da Volpato e Corazza.
    La gara inizia con gli arancioneroverdi all’attacco fin dalle prime battute. Dopo cinque minuti è il capitano Collauto a impegnare il portiere Piccolo con una punizione da quasi 30 metri. Al decimo minuto arriva poi una grossisima occasione veneziana per passare in vantaggio: cross dalla destra di Bigoni, Volpato incorna a centro area e colpisce il palo alla sinistra del portiere, Corazza si avventa sulla ribattuta e batte a colpo sicuro, ma il difensore Perissinotto libera sulla linea di porta. Passano pochi minuti e l’azione questa volta arriva da sinistra, con Modolo che crosso e Corazza tira al volo da centro area, ma la sua conclusione termina tra le braccia di Piccolo. Ma poco dopo il 25esimo arriva inaspettatamente il vantaggio dei granata locali: lancio da centrocampo che imbecca Mazzeo all’altezza del vertice sinistro dell’area, serpentina di quest’ultimo che beffa Nichele e Vianello e consecuente conclusione diagonale che batte Lotti. L’Unione non si scoraggia e subito riparte all’attacco: cross dalla destra di Bigoni e Volpato colpisce di testa in tuffo dal limite dell’area piccola, ma Piccolo si salva ancora con un intervento a mani aperte. Poi Collauto sfiora il secondo palo alla destra del portiere con una punizione taglie dal limite dell’area; passano due minuti e Corazza se ne va sulla sinistra raccogliendo un lungo lancio, crossa di esterno destro per il colpo di testa di Volpato che a due passi dalla porta si vede respingere il proprio tiro in tuffo da Piccolo. E poi finalmente il pari: Di Prisco allarga per Corazza sulla sinistra che crossa precisamente ancora per Volpato sul secondo palo, il cui colpo di testa a incrociare va sotto il sette dal lato opposto del portiere. Il primo tempo si chiude con un brivido quando Mazzeo colpisce al volo con il sinistro una palla alzata a campanile al limite dell’area veneziana e la sua conclusione colpisce la parte alta della traversa. Da segnalare anche l’uscita dal campo per infortunio di Modolo, rimpiazzato da Rigoni.

    Nella ripresa gli arancioneroverdi non riescono a dare continuità alle azioni create nella prima parte della gara. Con il passare dei minuti l’Albignasego prende sempre più controllo del gioco, pur non creando grossi pericoli a Lotti. Favaretto prova a dare maggior peso all’attacco inserendo Ragusa al posto di Di Prisco e Benedetti (che andrà quindi a giocare in regia) al posto di Corazza. Il Venezia riesce a buttare qualche cross in area con Collauto, Bigoni e Nichele, ma non arriva alcuna conclusione ad impensierire Piccolo. Senza grandi sussulti e nonostante i cori che costantemente si levano dalla tribuna in favore degli arancioneroverdi, si arriva alla mezz’ora quando uno sfortunato episodio decide la gara: da centrocampo spiove una palla lunga destinata alla difesa veneziana, Bigoni dal limite dell’area decide di allungare di testa a Lotti, il quale però aveva deciso di uscire egli stesso per prendere la sfera; risultato: pallonetto di testa che scavalca il portiere e si insacca in rete.
    Nell’ultimo quarto d’ora il Venezia attacca in modo confusionario e un solo tentativo di Volpato porta pensieri a Piccolo, che comunque para senza problemi. L’Albignasego potrebbe adirittura triplicare in contropiede, ma Lotti è bravo a parare su Mazzeo. E poi ancora mischie in area padovana alla ricerca del guizzo buono, magari come quello di Ragusa contro il Tamai, ma sta volta non è andata bene.
    Ma c’è la possibilità di rifarsi, già mercoledì pomeriggio al Penzo contro il Montichiari, una delle squadre più blasonate del girone. Forza Unione!

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  • I POMPIERI A VENEZIA

    pompieri di Venezia in emergenza non esitano a lanciare la propria barca di pronto intervento a tuttavelocità. Nella sequenza fotografica vediamo i pompieri di Venezia chiamati da una situazione di emergenzamentre transitano per il Rio Nuovo vicino al Ponte dei Tre Ponti. Le altre barche, sentendo il forte suono dellesirene della barca dei vigili del fuoco, si dispongono ai lati del canalefermandosi al passaggio del mezzo di soccorso per non intralciarne il passaggio. Le onde sollevate dalla barca dei pompieri sono alte e pericolose per i natanti più piccoli, specialmente quelli a remi, che a volte rischiano di ribaltarsi. Purtroppo l'alta velocità della barca dei vigili del fuoco si rende necessaria in casi dove l'urgenza significa risolvere situazioni gravi al più presto. I pompieri a Venezia vengono chiamati non solo nel caso di incendio ma a volte anche per aiutare imbarcazioni che si trovano in pericolo all'interno della laguna. Ai tempi della Serenissima la città venne devastata più volte dagli incendi, per cui Venezia è sempre stata riconoscente con coloro che si sono adoperati per spegnerli, anticamente come ai giorni nostri. Conoscendo la preparazione e l'addestramento dei pompieri di Venezia siamo sicuri che anche questa operazione di soccorso sarà stata portata a buon fine con tempestività.

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  • VENEZIA - ESTE 1 - 1

    Campionato Serie D 2009/2010
    8a giornata, girone C
    Domenica 18 ottobre 2009, ore 15
    Stadio Pier Luigi Penzo, Venezia
    Arbitro: sig. Marco Serra di Torino
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    VENEZIA (4-4-2): Lotti; Bigoni (23′ st Gargano), Bivi, Nichele, Modolo; Collauto, Segato, Di Prisco (30′ st Volpato), Tessaro; Ragusa, Corazza (30′ st Molin).
    A disposizione: Cavarzan, Cardin, Vianello, Rigoni.
    All.: Paolo Favaretto.
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    ESTE (4-3-1-2): Bertazzo; Bianchi, Moroni, Ballardin, Di Fusco; Bedin (44′ st Canella), Ferronato, Zamarian; Agostini; Moresco, Fabbro (35′ st Pastrello).
    A disposizione: Gallo, Marchetti, Michelotto, Salvato, Pozzi.
    All.: Francesco Feltrin.
    .
    Note: spettatori 2000 circa; ammoniti: Bigoni, Di Prisco, Segato; Bertazzo, Zamarian; recupero: 2′ pt; 4′ st.
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    VENEZIA – L’Este si è presentato al Penzo con un rullino di risultati spaventoso ma spaventati per tutto il corso della gara sono stati proprio i giallorossi padovani. Il Venezia ha attaccato a spron battuto per tutto il corso della partita edopo esser passato clamorosamente in svantaggio, ha raggiunto subito il pari (testa di Corazza su immancabile assist di Collauto) facendo poi sussultare i propri tifosi in continuazione per le occasioni inanellate in serie, ma la sperata vittoria non è arrivata. Poco male comunque perchè la non si son perse ne posizioni in classifica ne punti di distacco dalla capolista.
    Per la sfida contro il lanciatissimo Este, Paolo Favaretto decide di schierare Lotti in porta in luogo di Cavarzan ed inserire tre giovani in difesa e cioè Bigoni e Modolo sulle fasce e Bivi al centro a far coppia con Nichele, arretrato quindi nella sua posizione originale al posto di Vianello che per la prima volta in questo campionato va in panchina (dolore allo sciatico). Il centrocampo è come al solito per tre quarti quello consueto (da destra Collauto, Segato, Di Prisco) con il jolly della fascia sinistra questa volta giocato con Tessaro. In attacco il giovane e insostituibile Corazza fa coppia con Ragusa, caricato dopo il gol vittoria contro il Tamai  e sicuramente preferibile ad un Volpato fisicamente non al meglio.
    I circa duemila del Penzo hanno assistito ad una bella gara dell’Unione con occasioni a ripetizione per i veneziani ancora una volta in maglia bianca, capaci di andare a rete una volta, non più di quello che ha concretizzato l’Este esclusivamente grazie ad un calcio di rigore.
    Già dopo cinque minuti di predominio territoriale e possesso palla, il Venezia va vicinissimo al vantaggio con un’azione iniziata da Collauto sulla destra da cui il capitano ha crossato precisamente sul secondo palo per l’incornata di Tessaro nei pressi della linea dell’area piccola, ma l’estremo ospite Bertazzo compie una gran parata in tuffo.
    Peccato che al 20esimo, dopo un quarto d’ora di inattività per Lotti, Bivi e Nichele, l’Este si affacci in avanti timidamente guadagnando un calcio d’angolo: ancora non si è battuta la palla inattiva che l’arbitro vede Bigoni strattonare un avversario e concede un clamoroso calcio di rigore ammonendo il terzino destro arancioneroverde. Il pallone calciato da Ferronato si insacca alla sinistra di Lotti per il vantaggio atestino.
    Subita la rete, il Venezia ha un impasse di qualche minuto come contraccolpo mentale e non riesce a collezionare immediatamente occasioni. Ma poco più di un quarto d’ora e puntuale arriva la rete di un’Unione che nel suo stadio in segna sempre dallo scorso aprile: il capitano Collauto crossa questa volta dalla sinistra e al centro sulla linea dell’area piccola trova l’incornata di Corazza. Per il diciottenne Simone questo è il settimo gol in 10 gare ufficiali con la maglia del Venezia, il quarto di testa.
    Passano pochi minuti e ancora Mattia crossa dalla destra trovano Modolo sul secondo palo, ma il suo colpo di testa è di poco alto.
    Nella ripresa la difesa lagunare sarà ancora meno impegnata del primo tempo a fronte di un Este che non creerà occasioni da rete. Per contro il Venezia parte fortissimo e dopo sette minuti un cross inutile a dirlo di Collauto serve Ragusa che devia in porta di testa, ma Bertazzo para con le gambe.
    Favaretto sostiutisce quindi Bigoni, sul quale pesava un cartellino giallo, inserendo Gargano, l’Unione continua a spingere ma un paio di velenosi cross di Collauto non sono recapitati agli attaccanti arancioneroverdi. Alla mezz’ora Favaretto fa una mossa tattica togliendo Di Prisco e facendo slittare al centro Tessaro, inserendo così Volpato a far coppia con Ragusa, mentre la seconda punta Corazza viene sostituita con Molin, tecnico centrocampista offensivo impiegato a sinistra.
    Subito Volpato si mette in mostra mettendo giù palla sulla trequarti e fornendo un assist per lo scatto di Ragusa, la cui botta viene parata ancora con le gambe da Bertazzo. E qualche decina di secondi dopo il cross di Collauto trova Modolo in area che colpisce a porta vuota dopo l’uscita del portiere ma si vede ribattere la conclusione prima dalla testa di Moresco e poi dalla traversa.
    La pressione del Venezia continua anche nei minuti finali ma l’agognato gol non arriva: l’ultimo acuto si registra quando il frizzante Molin se ne va sulla sinistra e centra per Ragusa, ma la conclusione dell’argentino da dentro l’area viene parata ancora da Bertazzo.
    L’Unione non perde punti dalla Nuova Verolese capolista che ospiterà l’8 novembre al Penzo: quelle sei lunghezze di distacco, però, potrebbero essere annullate o diminuite anche in soli dieci giorni, visto il doppio appuntamento a Padova contro l’Albignasego domenica prossima e al Penzo contro il Montichiari di mercoledì.

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