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  • MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 66: voti e considerazioni finali

    Venezia 66: voti e considerazioni finaliLa Mostra di Venezia ha poco rispetto per il suo pubblico, e in realtà pare averne poco anche per i suoi autori. Potrebbe suonare come una sentenza, una presa di posizione un po’ aprioristica, quasi snobistica. E invece è frutto di una visione continua durata 11 giorni e che conferma purtroppo il fatto che, invece di migliorare, l’organizzazione di un evento di tale portata non rispetta le promesse con i suoi partecipanti.

    Se da una parte la proiezione inizia con un ritardo di 40 minuti e coi sottotitoli sfasati di una ventina di secondi (è il caso del film di Solondz), dall’altra la prima stampa del film di Ferrara non parte nemmeno per una decina di minuti. Tra i ritardi troppo presenti, spunta poi lo spirito maligno dell’aria condizionata, anche quando fuori si scatena l’inferno di freddo e vento. Risultato? Un’orchestra di tosse e starnuti dappertutto, con febbre a paralizzare metà accreditati.

    Mentre salta un panel della Pixar, si continua a ragionare sul perché continuare a non riempire le sale fino alla fine, lasciando fuori gente. Nonostante la riorganizzazione degli spazi per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema, ci avevano promesso una Mostra comunque “più efficiente ed ospitale rispetto alle passate edizioni”, ricordate? Falso: i disagi ci sono tutti, e la ristorazione e i prezzi sono al solito allucinanti. Aggiungiamoci una Sala Perla 2 in fondo inutile e mal costruita (posizione, acustica, temperatura, e la sera tardi diventa una discoteca perché si sente tutto il dj set notturno) e un’intera sezione Controcampo da rivedere (perché i suoi film passano in sale che nessuno vuole più ormai) e siamo a posto.

    Permetteteci questa “piccola” digressione, ma la Mostra è volenti o nolenti anche questo: ribadiamo il concetto che al Lido non si guardano solo film, ma si lavora e si vive per più di 10 giorni. Ma appunto i protagonisti sono i film, e quest’edizione non è stata avara di bei risultati, per niente.

    Il concorso ha offerto una serie di pellicole che hanno convinto, diviso, divertito e fatto parlare di sé, e l’impressione è quella che i selezionatori abbiano azzeccato la descrizione di quel decantato “sismografo” sullo stato del cinema contemporaneo. Bel concorso, con grandi autori, nuove scoperte e bei titoli.

    Solondz è vivissimo, cattivo e indipendente fino al midollo, e il suo film correremmo a rivederlo anche ora; attendetelo pure perché ce l’ha la Archibald. Akin si riconferma autore da seguire, con un’energia invidiabile che ha fatto forse scattare l’applauso più lungo e caloroso. Chéreau ha convinto poco, ma continua a fare il suo cinema sottile e ragionato, sotto sotto davvero emozionante e unico. Due i grandi esclusi dal palmarès finale: Jessica Hausner, una delle sorprese della competizione, e l’arrabbiatissimo e convincente Michael Moore.

    Lebanon, il Leone d’Oro diretto da Maoz, è un film forte, originale ed emozionante, girato benissimo e con momenti da non dimenticare. Si comporta bene Herzog con i suoi due film in gara, ma non troppo per esaltare la critica e la giuria: gli accreditati però sono soddisfatti. Sorprendente l’esordio di Tom Ford, elegantissimo eppure sincero, un po’ patinato ma onestissimo. Fedele al romanzo di partenza, The Road ha diviso proprio per questo motivo: ma è cinema capace di scuotere. Come quello di Brillante Mendoza, che con Lola ha uno sguardo indovinato sull’ambientazione e sui personaggi delle sue due “nonne coraggio”.

    Capitolo delusioni. Maher, immaginiamo con un budget comunque robusto, filma un film statico, mai appassionante, che con il maestro Chahine non c’entra nulla. Tsukamoto rifà se stesso, copia dai precedenti Tetsuo le idee migliori, ripulisce freddamente lo stile e non offre una nuova visione sul tema. Tornatore e Placido non sono all’attesa delle aspettative, il primo impegnato a ricercare il grande kolossal e perdendo la bussola, il secondo non riuscendo a convincere né con la storia né con la Storia, così come accade più o meno a Yonfan. Romero torna indietro, ma c’è chi applaude: chi scrive c’ha messo un po’, e in modo non poco difficile, a metabolizzare il fatto di essere rimasto deluso.

    Qualche titolo sparso nelle altre sezioni. L’esordio come regista di Heslov è intelligente ed esilarante, così come è speciale, “accademico” ma ipnotico l’esperimento di Greenaway, presente in sala per commentare durante la proiezione. Molto bello Valhalla Rising, davvero tosto ma capace anche di prendersi momenti di angosciante silenzio. Robusto Fuqua, non male Soderbergh. Alcuni film da vedere dalle Giornate degli Autori e Settimana della Critica: Domaine, Celda 211, Metropia e Videocracy.

    Ma il film più bello della Mostra è il suo: Frederick Wiseman firma un altro documentario da non perdere, che varrebbe la pena studiare e custodire come il resto della sua filmografia. Ed è bello constatare che anche i colleghi del Mouse d’Oro l’hanno pensata allo stesso modo: a lui va il Mouse d’Argento come miglior film fuori dalla competizione ufficiale. Un bel risultato, per Wiseman (che batte tutti - lo urliamo! - gli altri film fuori dal concorso) e per il neonato premio della critica on line, che ha premiato Solondz, ovvero la pellicola più bella in gara per il Leone d’Oro, con il premio maggiore.

    Una bella mostra, un bel concorso, alcune belle sorprese. Rovinato in parte da un’organizzazione da rivedere. Perché il prossimo anno sarà uguale a questo, se non peggio, visto che i lavori del Palazzo inizieranno davvero. Quanto sarebbe bello riavere un programma come questo e uno spazio più vivibile, davvero un sogno…


    Di seguito tutti i voti, personalissimi e discutibili, dei film visti quest’anno. Per i film in concorso, accanto tra parentesi c’è il voto finale della giuria del Mouse d’Oro.

    Concorso
    Baarìa - di Giuseppe Tornatore (5,99)

    Voto: 5
    The Road - di John Hillcoat (6,87)

    Voto: 7 abbondante
    Life during wartime - di Todd Solondz (7,95)


    Voto: dall’8 al 9
    Lourdes - di Jessica Hausner (7,41)

    Voto: 8
    Lei wangzi (Prince of Tears) - di Yonfan (4,94)

    Voto: 5
    Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans - di Werner Herzog (7,16)


    Voto: dal 7 all’8
    Tetsuo the Bullett Man - di Shinya Tsukamoto (6,00)

    Voto: dal 5 al 6
    My Son, My Son, What Have Ye Done - di Werner Herzog (7,09)

    Voto: dal 7 all’8




    Yi ngoy (Accident)
    - di Soi Cheang (7,01)

    Voto: 7
    Persécution - di Patrice Chéreau (6,02)

    Voto: 8 abbondante
    Capitalism: A Love Story - di Michael Moore (7,67)

    Voto: 8




    White Material
    - di Claire Denis (5,88)

    Voto: 7
    Ahasin Wetei (Between Two Worlds) - di Vimukthi Jayasundara (5,76)

    Voto: dal 5 al 6
    Questione di punti di vista - di Jacques Rivette (6,91)


    Voto: 7
    Lebanon - di Samuel Maoz (7,48)

    Voto: 8
    Lo spazio bianco - di Francesca Comencini (6,39)

    Voto: dal 6 al 7
    Zanan bedoone mardan (Women Without Men) - di Shirin Neshat (5,71)


    Voto: 6
    Survival of the Dead - di George A. Romero (6,05)

    Voto: 5
    Al Mosafer (The Traveler) - di Ahmed Maher (4,26)

    Voto: 4
    La doppia ora - di Giuseppe Capotondi (7,22)


    Voto: dal 6 al 7
    Soul Kitchen - di Fatih Akin (7,74)

    Voto: 8
    Lola - di Brillante Mendoza (6,42)

    Voto: dal 7 all’8
    Mr. Nobody - di Jaco van Dormael (5,83)


    Voto: 7
    A Single Man - di Tom Ford (7,62)

    Voto: dal 7 all’8
    Fuori concorso
    REC 2 - di Jaume Balaguerò e Paco Plaza

    Voto: 6

    Valhalla Rising - di Nicolas Winding Refn

    Voto: 8
    The Informant! - di Steven Soderbergh

    Voto: 7
    Brooklyn’s Finest - di Antoine Fuqua


    Voto: 7
    South of the Border - di Oliver Stone

    Voto: dal 6 al 7
    Napoli Napoli Napoli - di Abel Ferrara

    Voto: 6 (ma la parte fiction…!)
    The Men Who Stare at Goats - di Grant Heslov


    Voto: 8
    The Hole - di Joe Dante

    Voto: 6
    Orizzonti
    Francesca - di Bobby Paunescu

    Voto: dal 5 al 6
    Pepperminta - di Pipilotti Rist


    Voto: 2
    Io sono l’amore - di Luca Guadagnino

    Voto: 1
    Repo Chick - di Alex Cox

    Voto: 3
    Korotkoye Zamykaniye (Crush) - di Petr Buslov, Alexei German Jr., Boris Khlebnikov, Kirill Serebrennikov, Ivan Vrypayev


    Voto: 7
    La Danse - Le Ballet de l’Opéra de Paris - di Frederick Wiseman

    Voto: 9
    The Marriage - di Peter Greenaway

    Voto: 8 all’insieme
    Tris di donne & abiti nuziali - di Vincenzo Terracciano


    Voto: 5
    Giornate degli Autori
    Apan (The Ape) - di Jesper Ganslandt

    Voto: dal 6 al 7
    Barking Water - di Sterlin Harjo

    Voto: dal 5 al 6
    Celda 211 - di Daniel Monzón


    Voto: 7
    L’amore e basta - di Stefano Consiglio

    Voto: 6
    Settimana della Critica
    Metropia - di Tarik Saleh

    Voto: 7

    Videocracy - di Erik Gandini (in collaborazione con le Giornate degli Autori)

    Voto: 7
    Domaine - di Patric Chiha

    Voto: 8
    Listicky (Foxes) - di Mira Fornay

    Voto: dal 5 al 6

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